Quando hai la pancia piena è tutto più facile

Sono mesi che penso se scrivere questo post nel mio diario, ma oggi ho trovato la forza per raccontarlo.
Lo faccio oggi, perché ho dovuto riflettere bene sulle cose e non volevo essere banale nel mio racconto.

Ho riflettuto molto sul fatto che quando hai la pancia piena è tutto più facile. Ti permette di giudicare chiunque e non ti interessa capire che cosa c’è dietro.

Qualche mese fa, in una delle serate in cui tornando a casa dall’ufficio mi sono fermato a fare la spesa e riempire il mio carrello da bravo consumatore. Quella sera scendendo dalla macchina e prendendo il carrello non ho potuto non vedere un genitore che parlava con i suoi figli e spiegava loro come stavano le cose.

D’altronde sono un osservatore e analista, qualcuno potrebbe dire che sono un ingegnere sociale e quindi questo è normale che accada.

Però ritorniamo a noi e a questo papà che parla ai figli. Questo padre nonostante fosse calmo, dal suo timbro vocale si capiva che era incazzato e la sua voglia di sgridare i figli era molto alta, ma ha cercato di non farlo. Almeno penso che non l’abbia fatto finché non è arrivato a casa.

Insomma questo padre, spalleggiato dalla moglie, cercava come tutti i genitori a questo mondo cercava di far capire ai suoi ragazzi che hanno sbagliato e non si sono comportati bene dentro il negozio, non perché correvano oppure perché gridavano o altre azioni da maleducati, ma perché hanno messo nel carrello tutta una serie di prodotti che non erano essenziali. Prodotti non essenziali per il periodo storico che stiamo passando e dove i soldi erano quelli che erano.

Non dimenticherò le faccine di quei due ragazzini, spaesate e che non capivano dove avevano sbagliato. D’altronde erano dei bambini e nella loro innocenza tante cose non le potevano capire, non possono capire e solo da grandi lo capiranno, come abbiamo fatto tutti noi.

L’”errore” di questi bambini fu quello di mettere dentro il carrello tutta una seria di prodotti che tutti da piccoli desiderano e che i grandi descrivono come puttanate (patatine, cioccolato, wafer, succhi di frutta, merendine, etc, etc.).
Giustamente il padre faceva notare che i prodotti da loro scelti, hanno pesato sulla somma totale della spesa e che questo hanno tolto dai loro pasti cose più importanti come pasta, frutta, legumi, etc.

All’inizio, volevo buttare la sigaretta e andare da lui e dirgli che sono dei bambini e che il suo discorso non lo capisco, ma che non lo capiranno per molto tempo. Poi ho pensato ed ero molto tentato di andare a prendere i bambini e portagli con me dentro il negozio per fargli prendere tutto quello che desideravano. Ma poi mi sono fermato, perché ho pensato a quello che il padre voleva insegnare ai figli, cioè che nella vita si devono fare dei sacrifici e dei compromessi se si vuole essere indipendenti e non si vuole dipendere da qualcuno. Ho pensato a quel padre e quella madre che sicuramente hanno faticato e faticano per poter riempire il carrello. In realtà penso spesso a tutti questi genitori, per questo quando ho 10€ in più in tasca, perché sono stato bravo nel fare i miei affari, vado e prendo dagli scaffali prodotti vari e vado a mettergli nel carrello dedicato a chi non se lo può permettere.

Ho pensato molto al fatto che se avessi portato via i bambini o lo stesso padre per far prendere quello che mancava, avrei offeso e colpito nell’orgoglio genitoriale delle persone.

Però questo mi ha fatto riflettere, guardando anche i fatti successi in questo periodo storico, e mi hanno fatto pensare che sia molto facile pensare al proprio interesse e criticare gli altri quando si ha la pancia piena.

È facile riempire i social di critiche, utilizzarli per organizzarsi per manifestare o meglio sposare gli altri a manifestare, mentre te hai la pancia piena. Perché tanto non sarai te a pagare, ma quei genitori che vorrebbero mettere nel carrello tutto senza preoccuparsi della somma finale e senza dover mortificare i propri figli.

È facile protestare oppure minacciare blocchi con la pancia piena, perché tanto alla fin fine non è la tua pancia che si lamenterà a fine giornata, ma quella degli altri.

Quando manifestate la vostra volontà di dire No a qualsiasi cosa e quando cercate di smuovere le persone, provate a pensare quanto è piena la vostra pancia e quanto è vuota la pancia degli altri. Pensate quando dite No quanti genitori potreste mettere in difficoltà. Perché per i vostri No, c’è sempre qualcuno che dovrà spiegare ai propri figli perché non c’è altro che un pochino di pasta in bianco per cena e che non c’è la possibilità di avere la merendina a scuola per il giorno dopo.

Tirate voi una conclusione a questo racconto e a questo post, perché io non trovo una morale e una conclusione, perché ogni volta che penso a quella sera in quel parcheggio, mi viene la pelle d’oca, mi sale la rabbia e non riesco a non incazzarmi.

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Commenti

  1. Annalisa Vicari

    Molti di noi sono nati nell’epoca del boom economico e non hanno mai provato sulla pelle quanto è brutto non poter acquistare gli “extra”. Abituati al tutto e subito, sono tanti i valori andati persi, il primo tra tutti l’umiltà e in seguito l’altruismo. Mi auguro che il tuo racconto di vita vissuta possa aprire uno spiraglio di luce su quanto siamo fortunati e al contempo, su quanto siamo bravi a lamentarci. Il senso di comunità è lontano e andrebbe recuperato.

    1. Autore
      del Post
      ErBoss88

      Ho paura che questo mio racconto e questo mio post resterà un contenuto in un diario virtuale. In cui qualcuno ci arriverà per sbaglio, forse lo leggerà, forse sarà d’accordo con me e forse lo condividerà, ma non penso che questo post possa arrivare a cambiare il mondo. Magari fosse così.

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