The Social Dilemma, la non recensione

Ho guardato The Social Dilemma e devo dire che già dopo 3 minuti e 35 secondi ho capito che cosa voleva dire il regista e ideatore Jeff Orlowski. Era da un bel pò che non mi capitava una cosa del genere, cioè dopo neanche 5 minuti di scoprire chi è l’assassino.

Sostanzialmente ho perso un’ora e trenta minuti per vedere l’ovvio, questo perché volevo vedere e capire perché alcuni dei miei contatti citavano con così tanta foga pezzi di questo documentario, perché lanciavano conversazioni e soprattutto lodavano The Social Dilemma.

Mentre guardavo il documentario The Social Dilemma, mi è venuto in mente in diversi passaggi quella volta che ad un evento, dove c’erano diverse persone e ad un certo punto uno dei relatori disse “che i pop-up pubblicitari sono roba vecchia, non pagano e allontanano i lettori” e tutti ad applaudirono felici di aver sentito questa ovvietà. L’unico che non ha applaudito è il sottoscritto, che prese la porta ed usci dalla sala.

Insomma il regista e ideatore Jeff Orlowski in The Social Dilemma ha raccolto un sacco di ovvietà, le ha condite con un pochino di sale e pepe ed ecco qui il super documentario che aprirà gli occhi.

Attenzione!
Ovvietà per il sottoscritto e per coloro che lavorano per davvero all’interno del mondo della tecnologia, dell’informazione, della divulgazione e dell’informatica in generale.

Sicuramente per una persona poco avvezza e che trascorre gran parte della sua vita davanti a dei dispositivi tecnologici, da The Social Dilemma di Jeff Orlowski troverà un sacco di spunti interessanti.

Tipo che le fake news viaggiano e vengono condivise 6 volte più velocemente sui social come Twitter e Facebook, rispetto alle notizie veritiere o che comunque hanno una valida conferma.

Adesso ritorniamo alla mia riflessione.

Dopo aver perso 1 ore e 34 minuti della mia vita per vedere il documentario The Social Dilemma, devo dire che tutti coloro che potrei definire “colleghi” farebbero bene a non citare e usare la creazione di Jeff Orlewski nelle chiacchierate con me. Questo perché non direbbero nulla di nuovo, farebbero una brutta figura e soprattutto darebbero dimostrazione di non conoscere gli strumenti che stanno utilizzando tutti i giorni.

Aggiungo una di quelle cose che spesso dico ai miei amici e colleghi con cui collaboro, che non vi venga in mente di fare il nome dell’Intelligenza Artificiale e della Blockchain in vanno ma soprattutto quando io sono intorno a voi. Questo perché potrei offendervi pubblicamente e potresti perdere credibilità.

Insomma da una parte complimenti a Jeff Orlowski per The Social Dilemma, ma forse per la prossima volta è meglio se continui con documentari come Chasing Ice e Chasing Coral, visto che quelli sono veramente molto più interessanti come argomento. Poi per carità se vuole continuare la serie, poteri consigliarli di prendere delle persone che eventualmente danno delle soluzioni oppure andare ad analizzare quale dovrebbe essere la soluzione e non lasciare il tutto nei 5 minuti finali.

Per me The Social Dilemma è stato una mega delusione, sarà che nelle oltre 3000 note vocali su Telegram con alcuni colleghi e professionisti tutto quello che è stato detto nel documentario lo dico da almeno un 5 o 6 anni a questa parte. Sarà che sono influenzato dal fatto che non mi sono soffermato nel conoscere la tecnologia e l’informatica così in modo leggero, ma sono andato nelle loro profondità. Però sta di fatto che non c’è nulla di nuovo sotto il sole e non c’è nulla che non conoscevo oppure che racconto in giro per gli eventi.

Se volete consigliare The Social Dilemma, fattelo con chi butta la propria giornata sui social, chi cerca a tutti i costi i consessi via social e chi se non vede i like o i commenti sotto i suoi post, diventa triste forte.

Bene adesso vi invito a dirmi la vostra nei commenti qui sotto. Dai apriamo un dibattito su questo documentario e il mondo del lavoro in cui operiamo.

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Commenti

  1. francesco05042018

    Guardato e lo consiglio a chi “non vuole vedere con i propri occhi”. Forse un tantino troppo condito sul lato politico, secondo me manca il lato del basso rendimento lavorativo e scolastico a causa dell’enorme tempo perso sui social per arricchire gratuitamente chi è già milionario. Cmq bel documentario, molti concetti sono raffigurati e spiegati nella forma più elementare possibile.

    1. Autore
      del Post
      ErBoss88

      Si, sicuramente è un documentario modo adatto per chi non è un addetto ai lavori. Ha si diversi concetti e diverse situazioni spiegate in modo tale da far aprire gli occhi.
      Dal mio punto di vista diciamo che il registra doveva lavorare meno su un documentario in stile Inside Out e fare più una cosa come dice te che riguarda tutti i campi della nostra vita quotidiana

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