Da almeno 48 ore, ho amici, conoscenti e partecipanti a diversi gruppi mi hanno chiesto un parere su Immuni e Io. Quindi la somma di tutte le domande, si può riassumente così: Immuni e IO, siamo sicuri che siano la soluzione?
Per me la risposta è NO, però prima di continuare la nostra chiacchierata, andiamo a vedere che cosa sono le due applicazioni, quella nazionale chiamata Immuni e quella internazionale chiamata IO.
Che cos’è e come funziona Immuni?
Per rispondere a questa domanda, non mi devo neanche impegnare più di tanto, visto che esiste un’infografica che racconta il suo funzionamento e quindi ve la propongo di seguito:
Che cos’è e come funziona IO?
Pure in questo caso, per spiegarvi il funzionamento e per farvi capire di che cosa si tratta vi allego un’infografica:
Analizziamo la situazione
Parto con il dirvi subito che IO e Immuni non hanno nulla in comune, non solo il loro funzionamento è totalmente diverso. Però per come siamo messi in questo momento, queste due app servono come una un cucchiaino di zucchero mescolato in 100000 litri di caffè.
Adesso vi spiego il perché!
Immuni non è la soluzione
Penso di aver dedicato parecchi anni allo studio della tecnologia, dell’informatica e penso di avere l’esperienza tale che mi permetta di affermare che sta giocando ad un gioco molto strano.
Parto subito con l’analisi dedicata all’app Immuni dicendovi la mia. Sia chiaro, non sono qui per attaccare la società che ha vinto il bando, anzi vi dico che la società Bending Spoons la conosco e non solo l’applicazione Live Quiz per Android l’ho provata e mi ha divertito parecchio.
Non voglio neanche dire, che la società Bending Spoons dovrebbe restare a fare giochi e lasciare le cose serie ad altri, perché penso che abbiano le competenze per fare qualsiasi progetto abbiano in mente.
Però questa volta, forse è giunto il momento di mettere dei paletti e capire che la tecnologia è si il futuro, ma non possiamo trasformare e trasformarci in un gioco di strategia in tempo reale. Dove essere umani indipendentemente da sesso, razza, religione, provenienza sociale etc, etc, vengono utilizzati come delle pedine.
Lo so che l’applicazione rispetta quelle che è stata la richiesto la Commissione UE che ha dettato infatti le regole del gioco e di come doveva essere realizzato il sistema di tracciamento: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà.
Peccato però, che per avere un senso e perché questa applicazione possa offrire dei dati certi, debba essere installata su almeno il 60% della popolazione. Infatti non sono io a dirlo, ma l’infografica qui sopra. Qualcuno in queste ore ha fatto circolare sui social Facebook, Twitter, Linekdin e sulle app di messaggistica WhatsApp e Telegram, una foto in cui pare che sia obbligatorio installarla altrimenti si subiranno delle limitazioni.
Però dall’alto, giurano che per il momento verrà avviata solo una sperimentazione in alcune regioni pilota per progressivamente estendere la facoltà volontaria. Il signor commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, spera che ci sia un grosso supporto dei cittadini ad utilizzare l’app Immuni, precisando e ricordando che non è obbligatorio utilizzarlo per spostarsi.
Se così fosse, uno potrebbe anche dire: va bene dai, per il bene del paese la utilizzo. Poi se uno leggere che l’applicazione rispetta le richieste della Commissione UE, cioè che la raccolta di dati sia anonimata e niente geolocalizzazione, ma sì a bluetooth e volontarietà.
Però ad oggi mi lascia un pochino perplessa questa cosa, perché ormai a 3 giorni di distanza, risulta che l’applicazione non è Open-Source. Non solo il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, si augura che la società rilasci il codice sorgente dell’applicazione aperto, cosicchè altri paesi UE possano utilizzare il progetto Made in Italy.
Personalmente tutto ciò non mi rendere per niente felice e anzi come ben dice uno dei miei colleghi, ma anche amico Patryk Rzucidlo, in uno status su Facebook: “Gli informatici hanno la sindrome dell’essere Dio e pensano che la tecnologia possa risolvere tutti i problemi del mondo quando non è così“.
Sono pienamente d’accordo con lui, non è che un’applicazione installabile su base volontaria, etc, tanto l’ho scritto prima, possa essere la soluzione ai nostri problemi. Anzi secondo me potrebbe peggiorare la situazione, perché lo strumento può essere utilizzando per fare danni.
Ci sarà uno scambio di informazioni tra gli smartphone entro un metro e ci sarà l’archiviazione e la memorizzazione di contatti, dicono loro criptato. Non solo, ci sarà anche uno scambio tra gli utenti entrati in contatto attraverso l’avvicinamento dei dispositivi. Bene a questo punto non sta a me dirvi e spiegarvi come un malintenzionato potrebbe provare ad utilizzare questi dati.
Non solo, aggiungo questa cosa, cioè se People Nearby 2.0 di Telegram vi ha spaventato come funzione perché poteva essere utilizzata per fare stalking, con Immuni potete avere la certezza che essendo un’applicazione che deve restare perennemente attiva fintantoché siete fuori di casa. Beh penso che renda l’idea di come questa sicurezza e privacy non c’è.
Poi se a questo aggiungiamo il fatto che la tecnologia bluetooth non è così sicura, perché ogni tre per due ha qualche bug pericoloso per tutti. Si capisce che forse sarebbe il caso di cercare un’altra soluzione. Non solo, ribadisco, che questo sistema renderebbe la vita delle persone una sorta di gioco strategico in tempo reale tra persone vere. A tal proposito, vi invito a leggere il post “Un fumetto che spiega come funzionano le app di tracciamento“, all’interno del quale vengono prese in considerazione alcune delle problematiche che la tecnologia bluetooth in questi anni ha avuto.
Il problema non è solo questo, l’applicazione ha una parte che racchiude dati anagrafici, sesso, età, malattie pregresse, eventuali sintomi e assunzioni di farmaci. Vi lascio immaginare che cosa potrebbe succedere se si trovasse la tecnologia giusta o meglio lo script giusto possa essere utilizzato per arrivare a prendere privilegi di alto livello di un dispositivo mobile.
Quindi a questo punto mi chiedo: se l’applicazione mi deve mettere in guardia se mi avvicino troppo al prossimo e deve dire ad un coordinamento regionale dove vado e per quanto tempo resto in in luogo, debba sapere pure queste informazioni su di me?
Aspetto una risposta qui sotto.
Per concludere il discorso Immuni, vi propongo questo video di Matteo Flora con il titolo: L’inferno delle Notifiche per le App di Tracciamento
Attenzione parliamo della semplice gestione delle notifiche. Quindi se per questa semplice azione ci sono tutte queste complicazioni, immaginatevi che realizzare l’app Immuni per il tracciamento non può e non deve essere una cosa banale. C’è in ballo la privacy delle persone.
Update delle 21:00 del 20 Aprile 2020
Dopo aver scritto questo articolo, più di qualche amico ha scelto di condividerlo con la propria cerchia di amici. Bene da queste condivisioni, è uscito fuori che a quanto pare il Copasir ha messo sotto la lente di ingrandimento l’app Immuni.
Per farvi capire che non si può scherzare con questo argomento, tengo a riportare in questo semplice post, che persino per il presidente del Copasir, il Sig Raffaele Volpi, “si tratta di una materia di “sicurezza nazionale” e quindi il Comitato è pronto a convocare in audizione il commissario straordinario Domenico Arcuri.” Fonte CorriereCommunicazioni.
A questo punto, non vi rimane altro da fare che valutare la situazione in modo oggettivo. Se poi uomini e sostenitori di tecnologia come il sottoscritto, vi dicono che questa non è la strada giusta, forse per una volta dovremo fare un tavolo rotondo e cercare la soluzione tutti insieme.
Update delle 09:00 del 24 Aprile 2020: Cosa succede quando la rete si mobilità?
Ho scelto questa domanda per aggiornare questo articolo con alcuni elementi molto interessanti, questo perché l’applicazione Immuni ha fatto parlare tutti gli esperti in comunicazione, così come gli esperti in ambito informatico, della sicurezza e della privacy in generale.
Certo, come spesso succede in questi casi ci sono sempre le due facce della medaglia, quella in cui alcuni non ci trovano e non ci troveranno mai nulla di male, perché tanto si regalano tutti i giorni informazioni ai social, poi ci sono quelli come me, Matteo Flora, Stefano Zanero e tanti altri ancora, così come ci sono quelli a cui questo chiacchierare tra i due gruppi prima indicati, non gliene frega nulla e vuole uscire a tutti i costi.
Visto che la mia linea e idea di pensiero è da sempre assomigliante a quella di Matteo Flora e Stefano Zenaro, aggiorno questo post aggiungendo questo video. Questa chiacchiera di oltre un’ora in cui questi due ragazzi hanno analizzato in base a quelli che erano i dettagli tecnici, l’applicazione Immuni.
Sicuramente post come questi, iniziative come quelle prese da Matteo nel cercare di spiegare bene cosa succedeva intervistato esperti e chiedendo a loro informazioni, così come la lettera aperta del Nexa Center for Internet and Society del Politecnico di Torino e tante altre iniziative hanno fatto si che alcune cose vengano cambiate.
Quindi niente, utilizzo sempre il canale YouTube del caro Matteo Flora, per segnalarvi pure questo video, in cui viene fatto un pochino il punto della situazione.
Insomma alle 09:30 del 24 Aprile 2020 abbiamo capito, la dove ci fosse ancora bisogno di capirlo, che la guerra, la battaglio oppure vedete voi come definire questa cosa, tra due correnti di pensiero ha dato la possibilità a coloro che sono impegnanti nello studio e nella realizzazione dell’applicazione Immuni, che le persone sono attente.
Insomma, grazie al tam, tam e al parlare di questa applicazione in modo educato e con i tecnicismi giusti, l’applicazione Immuni sarà sicuramente un pochino meno centralizzata e sempre più decentralizzata, raccoglierà e gestirà qualche dato in meno, avrà una licenza tutto sommato più aperta e cosa molto importante pare che sarà open-source.
Update delle 09:00 del 5 Giugno 2020
Insomma dopo tanto tam, tam e dopo aver rotto le scatole l’app è stata rilasciata non solo all’interno dei due play store di Android e iOS, ma c’è anche la possibilità di leggere la documentazione ufficiale e il codice sorgente dell’applicazione direttamente nella directory ufficiale su Github. Per dare una risposta anche più immediata a quelle che potrebbero essere le domande e i dubbi, è stato realizzato anche un sito ufficiale con una pagina FAQ, all’interno della quale le persone possono leggere le risposte a quelle che sono le domande più frequenti. Quindi se siete curiosi, vi invito a leggere quanto segnalato all’interno di questo paragrafo.
Un’altra conferma, rispetto all’aggiornamento del 24 Aprile 2020 è che l’applicazione è open-source ed è anche decentralizzata. Quindi si può dire che i “paranoici” come il sottoscritto hanno sicuramente contribuito a far cambiare idea, anche perché non ci siamo inventati nulla e anzi basandoci sui primi dettagli, l’applicazione era totalmente diversa nella forma e nella struttura. Oggi è disponibile un’applicazione diversa e che ha preso in considerazione tutte le riflessioni fatte nel periodo dal 20 Aprile al 30 Aprile.
Visto che ho usato i video e le spiegazioni di Matteo Flora nei precedenti aggiornamenti e update a questo post, ovviamente non potevo non inserire questo suo video dal titolo Immuni: tutto quello che devi sapere sulla App (e magari non hai mai voluto chiedere)
Update delle 10:00 del 10 Giugno 2020
Continua la saga Immuni e la sua utilità. Oggi ho scelto di aggiornare questo articolo con due contributi che considero utili al discorso iniziato ormai il 20 Aprile e che cercherò di aggiornare di volta in volta.
Il primo video che vorrei farvi vedere, è quello di Giorgio Taverniti dal titolo: Userò quel fallimento di Immuni. Anche se mi attiva il GPS
Dopo la riflessione di Giorgio, ho ascoltato e ho apprezzato pure la riflessione di Matteo Flora, che nel video dal titolo Immuni: cronaca di una app EGOISTA. Quindi vi invito a vedere pure questo video:
Piccola riflessione del 10 Giugno 2020:
Più si continua ad utilizzare questa applicazione, più iniziano a comparire diverse problematiche di vario genere. Gran parte di queste discussioni e problematiche, ma se volete anche polemiche si basano e nascono dal fatto che manca la comunicazione da parte di chi dovrebbe comunicare. In questi ultimi giorni si è parlato moltissimo e si è data moltissima enfasi al fatto che l’applicazione Immuni è stata scaricata da oltre 2 milioni di persone, senza prendere in considerazione che indicare il numero dei download non vuole dire avere anche 2 milioni di utilizzatori.
Anche se fossero 2 milioni di utilizzatori, sono veramente pochissimi se prendiamo in considerazione che la somma degli abitanti delle 4 regioni in cui si sta sperimentando l’applicazione, cioè Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Infatti sommando il numero degli abitanti, prendendo il dato della popolazione residente al 1º settembre 2019 all’interno di queste regioni, ci troviamo davanti ad un bellissimo campione di 8.386.716. Quindi non mi pare che 2 milioni di download su un pubblico di 8 milioni sia proprio la percentuale del 60% richiesto perché l’applicazione abbia l’effetto desiderato. Anzi onestamente e sinceramente mi auguro per davvero che questa app in queste regioni raggiunga il 60% di utilizzo giornaliero e costante dell’applicazione da parte dei cittadini.
Faccio una piccola battuta: secondo me la Regione Marche, ha più utenti sul canale Telegram Ufficiale, che utenti che hanno scaricato, installato e utilizzano tutti i giorni l’app Immuni sul loro dispositivo. Detto questo, adesso continuo con la mia riflessione.
A quello che ho già detto fino adesso, dal 20 Aprile ad oggi, aggiungo altre due cose a questa riflessione, lette sul profilo Facebook di Massimo Canducci.
Come prima cosa, vi riporto questo screenshot, che rappresenta la risposta alla domanda in cui Massimo “chiedeva un parere esplicito riguardo agli obblighi che ha il cittadino che riceve un alert da Immuni“. Questa è la risposta ricevuta via PEC direttamente dal Ministero della Salute
In poche parole, per me il Ministero della Salute sta dicendo: ragazzi fatte un pochino come vi pare, però sarebbe meglio se fatte i bravi cittadini e pensate al bene di tutti. Poi insomma ognuno di voi interpreta la risposta come meglio considera, io l’ho interpretata così.
Un altro post che ho trovato molto interessante sul profilo di Massimo Canducci, è l’intervista fatta a Diego Piacentini dal Corriere della Sera, all’ex commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale, ma anche vice presidente di Apple e Amazon. Insomma non il primo arrivato nel mondo della tecnologia. Diego Piacentini fa una giusta affermazione “l’app Immuni è uno strumento che va supportato da regole e strategie, altrimenti è inutile“.
Insomma, quello che Diego Piacentini dice in questa intervista, è quello che io dico e sostengo dal 20 Aprile ad oggi.
In questi mesi siamo passati dal “risolve” (lo messo virgolettato per non offendere qualcuno) quelle che potevano essere le problematiche collegate alla privacy e le problematiche collegate a del codice scritto male, ma non riamo ancora riusciti a pensare e risolvere la problematica riguardante l’utilità finale dell’applicazione Immuni.
Con tutti questi aggiornamenti, con tutte queste informazioni, continuo a pensare che l’applicazione Immuni è INUTILE. Voi in modo educato, potete lasciarmi un commento qui sotto e mi ditte perché mi sto sbagliando e perché non ho ragione, argomentando in modo civile la vostra risposta.
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Per il resto, cioè quanto segue, non cambia nulla è rimasto tutto fermo con le quattro frecce.
IO non serve a nulla
L’applicazione IO è la app per il cittadino italiano che finalmente può fare tutto direttamente con il proprio smartphone. Secondo la presentazione ufficiale, che risale tipo al 22 Maggio 2018, questa applicazione ti permette a te cittadino italiano che hai figli di iscrivere i figli a scuola.
Non solo, hai corso in moto, in scooter, in macchina, hai parcheggiato male il veicolo e ti hanno dato la multa, ecco con IO puoi pagare una multa o il bollo del tuo veicolo. Visto che si parla di virus, puoi ricevere i risultati di un esame clinico, tipo: “congratulazioni sei risultato negativo al Covid-19, scarica Immuni e vai in giro!.
Tra le varie funzionalità, IO ti permette di prenotare la carta d’identità elettronica e il rilascio della tua nuova tessera sanitaria o il codice fiscale per poter comprare le sigarette. Insomma tutto quello che riguarda la pubblica amministrazione direttamente sul tuo smartphone e quindi niente più file, carte, perdite di tempo.
Adesso tutti quanti, saliamo con i piedi sul divano e applaudiamo per 95 minuti. Fatto?
Bene, avete applaudito per nulla, perché dopo due anni si sviluppo, non puoi fare nulla di tutto ciò. Però a differenza di Immuni, IO è open-source da subito.
L’app IO non serve a nulla, perché in Italia abbiamo un grosso problema che si chiama digitalizzazione dei servizi. Beh avete visto tutti quanti il casino con il sito della INPS, bene moltiplicate il casino per ogni comune, provincia, città metropolitana e regione italiana. Vi dico che il problema del sito della INPS diventa uno scherzo.
Per accedete all’applicazione, dovete utilizzare la vostra identità digitale, che vi ricordo si chiami SpiD, una tecnologia disponibile dalla primavera del 2016, e che alle 18:00 del 20 Aprile 2020 risulta esser stata erogata a soli 6 milioni e 300 mila di persone. Quindi tu che leggi questo post scommetto che non hai il tuo SpiD.
Se a questo aggiungiamo, che l’unico servizio a livello nazionale è quello dell’ACI che ci permette di pagare il bollo auto e informarvi sul certificato di proprietà dell’auto, che a Roma ci sono solo due servizi attivi (lo sportello unico di edilizia e attività produttive). Per il resto, guardando l’app ragazzi non ho trovato null’altro di utile.
Insomma abbiamo l’app tutta figa, open-source e che ci permetterebbe di fare tutto, ma non possiamo usarla. Però nel mentre i soldi gli abbiamo spesi e speriamo che la digitalizzazione arrivi presto.
Conclusione:
Per quello che riguarda IO, non cambia nulla perché ancor oggi se vorresti pagare la multa per esserti allontanato troppo da casa e non aver rispettato le richieste del governo per il Covid-19, ma non puoi farlo. Così come non puoi fare un sacco di cose, quindi diciamo che per questa applicazione ci diamo appuntamento più in là per vedere se qualcosa è cambiato.
Rimango dell’idea, che le due app Immuni e IO non sono ancora la soluzione ai nostri problemi, anzi sulla carta sono ancora due progetti che moltissimi cittadini e quindi potenziali utenti non hanno capito la loro utilità. Nel caso di Immuni ci sono persone che hanno scaricato un’altra applicazione, che faceva esattamente tutta un’altra cosa e quindi gli sviluppatori dell’applicazione Immune System sono stati presi di mira da centinaia di recensioni negative.
Continuo a pensare e sostenere che l’applicazione è nata con una parte e una mega lacuna mostruosa, cioè a livello comunicativo si è sbagliato molto e si continua a sbagliare. Perché ancor oggi nascono diverse polemiche, dall’usabilità dell’applicazione, la compatibilità di questa con dispositivi molto recenti e non con dispositivi più vecchi, non dimentichiamoci che la versione dell’app Immuni dedicata agli smartphone Huawei non è ancora stata pubblicata nell’AppGallery e non dimentichiamoci della polemica sessista nata dall’infografica in cui il bambino veniva accudito dalla mamma mentre il papà lavora dal PC e la lista è molto lunga.
Alla luce del caso Immune System, ma anche prendendo in considerazione le altre discussioni inutili sui social, se mi è perso, io vorrei esprimere questo parere:
Io avrei realizzato e lanciato prima il sito, così da togliere almeno una parte dei dubbi. Il sottoscritto avrebbe ingaggiato un gruppo di persone che costantemente avrebbero aggiornato il sito e pubblicato tutte quelle che sono le comunicazioni necessarie per eliminare le discussioni inutili.
Personalmente rimango dell’idea che le due applicazioni servano a poco, per il ritardo con cui sono state presentate e rilasciate, ma anche per come sono state capite dai cittadini. Non si è ancora capito molto sulla loro utilità, se non che il moto è “Aiuta te stesso, la tua famiglia e il tuo Paese.“
Questo è quello che io mi permetto di dire su queste due applicazioni e vi invito a dire la vostra con un commento qui sotto.