Il cugino del web! Esserlo senza volerlo ammettere.

Oggi vorrei parlarvi del cugino del web, questa figura mistica e leggendaria che tutti noi troviamo nelle nostre case oppure nelle case degli amici e clienti. Vorrei parlarvi di quella figura mistica e leggendaria che per arrotondare le entrate mensili trasforma le proprie conoscenze tecnico, scientifiche e soprattutto informatiche in lavoro, a discapito di noi che che siamo tanto bravi, professionali e che sappiamo le cose. 

Il mondo è pieno di cugini e ormai non c’e un settore lavorativo che non ne abbia uno o più di uno. Tra le figure più di spicco c’è il cugino fotografo, il cugino architetto, il cugino imbianchino, il cugino idraulico, il cugino webmaster, il cugino social media marketer e poi ci sono tutti i cugini del chi più ne ha più ne metta. Non mi metto a fare la lista, perché tanto la conoscente già e non ve la devo elencare io. 

Quello di cui vorrei parlarvi è di quel fenomeno che già prima si notava, ma oggi con la situazione attuale causata dal Covid-19 e precedentemente dalla crisi economica, ha fatto uscire allo scoperto il fenomeno del cugino del web che giace dentro di noi. Infatti, oggi ci troviamo davanti a questa nuova situazione paranormale ed evoluzionistica, cioè l’accelerazione nella trasformazione nel cugino del web e il rifiuto di ammettere di esserlo diventato.

Ricordiamoci che tutti noi, cioè quelli tanto bravi e professionali, abbiamo criticato, attaccato e ricercato il cugino del web, perché veniva molto apprezzato per i suoi costi bassi (tendenti al gratis) e il tutto si fa con due click qui oppure con due viti lì o un pochino di cola vinilica.

In questi anni ho faticato molto e fatico ancor oggi, non tanto nel far quadrare i conti, ma quanto nel riuscire a far capire l’importanza e allo stesso tempo il valore economico che dobbiamo dare a noi stessi, e al nostro lavoro. 

Ho faticato e fatico ancor oggi, perché sempre più spesso vado a sbattere contro il cugino del web, ma non è il cugino del web che ho descritto fino adesso. Cioè quello che per arrotondare le entrare mensili sistemava un PC, realizzava un sito oppure offriva una consulenza a prezzo di un panino e una birra. Anzi mi sono scontrato contro cugini del web che vestono bene, fanno una vita da romanzo in cui tutto è rose e fiori, che a quanto pare sa fatturare meglio degli altri che non capiscono un tubo e che quindi non lo fa per arrotondare le sue entrate fisse, ma per lavoro.

Ho osservato in questi anni, partendo dalla crisi economica per arrivare all’attuale momento di merda causato dal Covid-19, un aumento quasi proporzionale di mese in mese di persone che hanno deciso di mettere in luce il cugino del web che c’è dentro di noi e che noi rifiutiamo di ammettere di averlo dentro. Si lo so che in casi come questi bisogna essere uniti e utili al prossimo, quindi non possiamo essere delle persone attaccate al vile danaro, al fatturato, etc. 

Però non possiamo neanche rovinarci nella situazione in cui oggi se chiedi i soldi per una consulenza oppure per una lezione di qualche ora ti venga risposto: “Ci penso, sai c’è quello che offre la consulenza o lezione da 30, 40, 50 o 60 minuti gratis. Penso che per quello che mi serve a me basti“. Ovviamente questo quando la persona è educata, perché il più delle volte non ti risponde neanche quando mandi il preventivo oppure dai un’indicazione di prezzo. Ma te che non sei scemo e non sei nato ieri, capisci il perché della non risposta alla tua proposta. 

La cosa peggiore è quando ti senti rispondere oggi “Ma perché la consulenza si paga, cioè tutti sono disponibili con dirette online e consulenze free fino a 60 minuti ed oltre e a te devo pagarti” oppure “Ma perché la consulenza si paga, quando ormai tutti fanno dirette e webinar gratuiti e le dirette“.

Per non parlare di quelli che “hai visto quello, adesso pubblica e-book e chiede soldi, se ti arriva una copia gratis oppure la paghi, non è che me la regali” oppure “sai ho visto che quello la ha iniziato a chiedere soldi per le cose che scrive, non è che mi passi una copia dell’e-book e al massimo se considero che merita gliela compro pure io una copia. Ma prima devo vedere che cosa c’è dentro, perché è facile chiedere soldi per un e-book“. Queste sono oggi le affermazioni che tra tutte le altre mi hanno fatto più male e sono state in quest’ultimo periodo uno di quei mali interiori che mi hanno fatto mettere in dubbio il mio lavoro e le mie scelte del passato. 

Per non parlare di quelle richieste giunte in questi mesi che recitavano più o meno così “mi ha mandato X da te, perché dovrei fare questo lavoro e mi ha detto che te sei al più buon mercato degli altri” oppure “mi ha mandato Y da te, perché i loro costi sono troppo alti e non hanno tempo per seguirmi“. Ovviamente in questo caso X o Y, non si sono mai segnati di contattarmi in precedenza per avviarmi che qualcuno mi avrebbe scritto ed eventualmente di avere un occhio di riguardo, perché sai c’è la crisi economica oppure il Covid-19. 

Sia chiaro di aiuti gratuiti e di consulenze gratuite ne ho offerte pure io e non mi vergogno di dirlo o di mostrarlo, quindi ecco un paio di immagini:

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Però, questo non significa che ogni tre per due devo far passare il messaggio “tanto che cosa vuoi che siano x minuti di consulenza gratuita, tanto non si rovina il mercato e tanto non succede nulla“. Certo che non succede nulla, oggi oppure domani, ma dopodomani si. 

Infatti, un giorno si arriva a scoprire che il tuo contenuto (post nel blog, slide, e-book, video corso, libro, etc) è stato “preso in prestito” da qualcuno e “distribuito gratuitamente”, senza dire che il contenuto e tutto, senza che ti venga attribuita una paternità del contenuto, perché tanto se offri la consulenza gratuita mica ti vorrai incazzare che il tuo libro o e-book gira indisturbato nelle chat di WhatsApp, Facebook Messenger e Telegram. Che sarà mai, se sei così generoso da offrire tutto gratuitamente sul blog oppure attraverso slideshare, se per qualcuno salvare il contenuto in del blog in PDF oppure scaricare le slide lo vede come un favore che ti fa.

Si perché questo è il ragionamento che ho letto in un sacco di comunità sui social oppure all’interno di quelle chat di gruppo su Facebook Messenger, WhatsApp e Telegram.

Secondo me, stiamo giocando e scherzando con il fuoco, siamo tutti il cugino del web di qualcuno e se non lo siamo stiamo facendo di tutto perché lo diventassimo. 

Dico questa cosa da anni e ho mandato a fare in culo tante persone in faccia: “noi per primi stiamo sbagliando e se continuiamo a sbagliare così, agli occhi di chi ci deve scegliere passiamo per quelli che sono diventati improvvisamente affamati di soldi”.

Non mi si venga a dire che sai un junior non può chiedere soldi, perché si deve fare le ossa. Non mi si venga a dire che a volte bisogna offrire delle cose gratis, perché poi il cliente venga da te. Non mi si venga a fare il discorso del brand reputation, in cui viene offerta questa cosa e poi il cliente segnala in giro la figura professionale da cui ha preso le cose gratis, perché il professionista è stato figo, disponibile e generoso, così lui guadagna perché conosce il professionista disponibile e il professionista generoso guadagna perché conosco il cliente a cui ha offerto tutto gratis.

Ci siamo talmente persi nella ricerca, nel dare la caccia e nel criticare il cugino del web, che non ci siamo resi conto che grosse agenzie di lavoro offrono corsi gratuiti per ogni cosa, con tanto di attestato di frequenza e la segnalazione del CV. E non parliamo del corso da un oretta, ma di corsi anche ben strutturati che vanno da un minimo di 8 ore ad un massimo di 120 ore. Parliamo di corsi che di solito vengono venduti dai professionisti quelli bravi e non dai cugini del web, con somme che non vanno mai al di sotto la domma dei 400€ (salvo sconti del momento) e spesso non si arriva neanche alle 8 ore di corso, ma si sta sempre almeno un paio di ore più bassi. 

Però nel mentre va tutto bene, la colpa è del cugino del web e di quelle persone che sono alla prime armi e si sono inventate un nuovo lavoro partendo da due eventi e 3 webinar gratis.

Personalmente, penso che se continuiamo a pensarla in questo modo, dando la caccia al cugino del web e continuiamo a far passare il messaggio che lo sviluppo di un sito, il suo mantenimento, il suo posizionamento, il suo andamento, etc, etc, è una cosa che possiamo offrire per una pipa di tabacco, allora dobbiamo iniziare e soprattutto amarci per bene, non solo di pazienza, perché la guerra tra i poveri è dietro l’angolo. Continuiamo a non accorgerci che nel nome della bontà d’animo altri non si comportano come noi.

Datevi una risposta a queste domande, anzi se volte rispondermi pure, lasciate un commento qui sotto:

  • Avete mai visto un concessionario che ti vende la macchina senza il passaggio di proprietà?
  • Avete mai visto un dentista che ti fa una pulizia dei denti, perché c’è la crisi e la gente non si può permettere un dentista e si può morire per un’infezione dentale?
  • Avete mai visto un notaio che vi autentifica un documento di compravendita gratuitamente, perché già le banche chiedono interessi per i soldi prestati e visto che c’è la crisi, lui si mette una mano sul cuore?
  • Avete mai visto un fornitore di gas, luce e telefonia offrire mesi gratis perché c’è la crisi e non vogliono che le aziende chiudano a causa loro?

Vorrei farvi anche altre domande, però mi fermo qui. Perché tanto siete persone intelligenti e ci siete già arrivati a farvi anche altre domande. 

Rimango dell’idea che se noi non rispettiamo noi stessi e il nostro lavoro, la nostra passione e non diamo un vero valore anche economico a quello che facciamo, prima o poi si diventa il cugino del web di qualcuno e volenti o nolenti ci toccherà esserlo perché altrimenti si rischia di passare per quelli che improvvisamente si sentono arrivati e importanti, attaccati al vile danaro e così via. Ma noi questo non lo vogliamo. 

Quindi continuiamo ad offrire l’illusione che un sito lo si fa in un’ora, continuiamo a far passare il messaggio che un e-commerce si fa con 10 click, continuiamo a far passare il messaggio che con un webinar e una consulenza di un’ora, risolviamo il problema del Paese, degli imprenditori e del mondo. Sicuramente continuando così, arriveremo un giorno ad incontrarci tutti in una piazza chiedendo i nostri diritti e gli imprenditori che abbiamo aiutato ci guaderanno e diranno: “mo adesso questi vogliono diritti perché schiacciano 4 tasti e raccontano 4 cavolate sul web“.

Conclusione:

Insomma attacchiamo sempre questo povero cugino del web, ma poi a conti fatti siamo peggio di lui.

Nota:
Questa riflessione è stata scritta agli inizi del lockdown, ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.
L’articolo è da ritenersi uno sfogo personale e non un attacco a persone o fatti realmente accaduti.
Nessun professionista è stato maltrattato in fase di stesura di questo post.

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